Disturbi dell’Alimentazione

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Definizione

I disturbi dell’alimentazione (detti anche disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, o DCA/DNA) sono condizioni psicologiche complesse in cui il rapporto con il cibo, il peso e l’immagine corporea diventa fonte di sofferenza e di comportamenti disfunzionali. Non si tratta di “capricci” o di semplici abitudini sbagliate: sono vere e proprie patologie che coinvolgono mente e corpo, con conseguenze potenzialmente gravi sulla salute fisica, emotiva e relazionale.

Questi disturbi possono comparire in età evolutiva, adolescenziale o adulta, e spesso si sviluppano in modo graduale. La persona può iniziare con diete rigide, preoccupazioni crescenti per il peso o l’aspetto fisico, fino ad arrivare a modalità di controllo, restrizione o abbuffata che diventano pervasivi e difficili da interrompere.

Caratteristiche

I disturbi dell’alimentazione hanno alcune caratteristiche comuni, pur differenziandosi tra loro:

  1. Centralità del cibo e del corpo: pensieri e preoccupazioni su calorie, peso, forma fisica e controllo diventano dominanti nella vita quotidiana.

  2. Alterazione della percezione corporea: la persona può vedersi “troppo grande” anche quando è sottopeso, o vivere il corpo come qualcosa da correggere e controllare.

  3. Comportamenti rigidi o impulsivi: restrizione alimentare, rituali, esercizio fisico eccessivo o, all’opposto, episodi di perdita di controllo con abbuffate.

  4. Sofferenza psicologica profonda: ansia, vergogna, senso di colpa, bassa autostima, possibile isolamento sociale e familiare.

  5. Impatto fisico: alterazioni del metabolismo, del ciclo mestruale, del sonno, della funzionalità cardiaca e gastrointestinale, fino a rischi medici seri.

Una nota importante riguarda la famiglia: spesso i DCA non coinvolgono solo la persona che ne soffre, ma l’intero sistema familiare, che può sentirsi impotente o confuso di fronte al problema.

Tipi

Il manuale diagnostico DSM-5 riconosce diverse forme di disturbo dell’alimentazione. Tra le più note e frequenti:

  1. Anoressia nervosa
    Caratterizzata da restrizione alimentare intensa, paura marcata di ingrassare e immagine corporea distorta. Può portare a significativo sottopeso e a comportamenti compensatori (iperattività, esercizio fisico eccessivo).

  2. Bulimia nervosa
    Episodi ricorrenti di abbuffate seguiti da condotte compensatorie (vomito autoindotto, uso di lassativi/diuretici, digiuno prolungato o esercizio eccessivo). Il peso può essere nella norma, rendendo il disturbo meno visibile dall’esterno.

  3. Disturbo da binge-eating (alimentazione incontrollata)
    Abbuffate ricorrenti senza condotte compensatorie. L’episodio è vissuto con vergogna e senso di colpa, e può associarsi a sovrappeso o obesità, ma non coincide con esse.

  4. Altri disturbi specificati o non specificati
    Forme cliniche che non rispettano pienamente tutti i criteri delle categorie precedenti ma comportano comunque grave sofferenza e compromissione (per esempio restrizione significativa senza sottopeso, o condotte compensatorie senza abbuffate).

Cause

Le cause dei disturbi dell’alimentazione non sono mai uniche. Si parla di origine multifattoriale, cioè dell’interazione tra elementi biologici, psicologici e sociali.

  • Fattori biologici e genetici: vulnerabilità ereditarie, alterazioni neurochimiche legate alla regolazione dell’appetito, dell’umore e dell’impulsività.

  • Fattori psicologici: bassa autostima, perfezionismo, difficoltà nella regolazione delle emozioni, bisogno di controllo, presenza di ansia o depressione.

  • Fattori familiari e relazionali: dinamiche di ipercontrollo, invischiamento, aspettative rigide o difficoltà comunicative possono contribuire alla vulnerabilità, senza però essere considerati “colpa” della famiglia.

  • Fattori socio-culturali: pressioni estetiche, idealizzazione della magrezza, confronto costante sui social media, stigma verso il corpo.

  • Eventi di vita stressanti o traumatici: cambiamenti importanti, lutti, bullismo, commenti sul corpo, fallimenti percepiti.

In molte persone il disturbo diventa anche un modo disfunzionale per gestire emozioni difficili: il cibo e il corpo sono “aree controllabili” quando il resto della vita appare caotico o doloroso.

Sintomi

I sintomi possono essere comportamentali, psicologici e fisici.

Sintomi comportamentali

  • restrizione calorica intensa o digiuni

  • eliminazione di interi gruppi alimentari

  • rituali sul cibo (tagliare in modo minuzioso, mangiare lentissimamente, ecc.)

  • abbuffate con perdita di controllo

  • vomito autoindotto, uso di lassativi/diuretici

  • attività fisica eccessiva e compulsiva

  • evitamento di pasti sociali.

Sintomi psicologici

  • paura intensa di ingrassare

  • pensieri ossessivi su peso e forma

  • insoddisfazione corporea costante

  • vergogna, colpa, autocritica

  • ansia e umore depresso

  • isolamento e ritiro sociale.

Sintomi fisici

  • perdita o aumento significativo di peso

  • stanchezza, vertigini, svenimenti

  • alterazioni del ciclo mestruale

  • disturbi gastrointestinali

  • problemi cardiaci o metabolici

  • pelle secca, fragilità di capelli e unghie

  • difficoltà di concentrazione e sonno.

Criteri diagnostici

La diagnosi richiede una valutazione specialistica accurata, perché i DCA possono presentarsi con intensità variabile e in modo “mascherato”. In generale, i criteri diagnostici considerano:

  1. Presenza di comportamenti alimentari disfunzionali (restrizione, abbuffate, compensazioni).

  2. Persistenza nel tempo e frequenza sufficiente a creare sofferenza clinica.

  3. Eccessiva influenza di peso e forma corporea sull’autostima.

  4. Compromissione del funzionamento quotidiano (salute fisica, relazioni, lavoro/scuola).

  5. Esclusione di altre condizioni mediche che potrebbero spiegare i sintomi.

Una valutazione diagnostica può includere colloqui clinici, test psicologici e visite mediche di supporto.

Cura

La cura dei disturbi dell’alimentazione è specialistica e multidisciplinare: spesso è necessario il lavoro coordinato di psicoterapeuta, medico psichiatra, nutrizionista/dietista e, quando serve, internista o endocrinologo.

Obiettivi principali

  • ristabilire un’alimentazione adeguata e sicura

  • ridurre i comportamenti disfunzionali

  • lavorare sulle emozioni e sui conflitti psicologici sottostanti

  • migliorare la percezione corporea e l’autostima

  • prevenire ricadute.

Strumenti di trattamento

  • Psicoterapia individuale: centrale per affrontare le cause psicologiche, il rapporto con il corpo e la regolazione emotiva.

  • Psicoterapia familiare o di gruppo: utile soprattutto in adolescenza o quando il sistema relazionale è fortemente coinvolto.

  • Interventi nutrizionali: educazione alimentare e piano graduale di ripristino di abitudini sane, non come “dieta” ma come supporto terapeutico.

  • Farmaci: non sono la cura primaria del DCA, ma possono essere necessari per comorbidità come depressione, ansia o ossessività, o per stabilizzare condizioni mediche.

  • Trattamenti intensivi o residenziali: indicati quando il rischio medico o psicologico è alto, o in presenza di fallimenti terapeutici precedenti.

Un punto chiave è la motivazione al cambiamento: riconoscere il problema, sentirne la sofferenza, credere che sia possibile uscirne e accettare di farsi aiutare. Questo processo non è immediato e spesso richiede tempo e alleanza terapeutica.

Letture consigliate

Per chi desidera approfondire, sono utili letture che uniscano chiarezza clinica e sensibilità sull’esperienza soggettiva del disturbo, ad esempio:

  • testi divulgativi sui disturbi dell’alimentazione e sul loro funzionamento psicologico

  • manuali clinici di riferimento per studenti e professionisti

  • libri e testimonianze di percorsi di cura e guarigione

  • volumi sul rapporto tra corpo, emozioni e identità in adolescenza e adultità

  • materiali psicoeducativi per familiari e partner, utili per capire come sostenere senza colpevolizzarsi.

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